Mentre da più parti e, con sempre maggiore frequenza, ci si interroga sulla reale portata degli accordi di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea (TTIP, vedi dossier l’altrapagina lug/ago 2015), con il dubbio che quello che è stato definito il più grande accordo commerciale del mondo – 120 milioni di incremento del Pil e due milioni di posti di lavoro ipotizzati – serva a legittimare scelte politiche da parte di governi alla disperata ricerca di consenso piuttosto che a lenire disoccupazione e crisi economica, c’è un presidente del consiglio in Europa che si fa, più di altri, in quattro pur di spalancare la porta a lobbies e multinazionali americane. Continua la lettura di Arlecchini. In Umbria porte aperte alle multinazionali del tabacco