1293 Comuni (quasi 8 milioni di italiani) l’anno scorso hanno superato il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti, 330 quelli dove si arriva a differenziarne quasi il 90% del totale (come Empoli, 48mila abitanti). Ma le grandi città stanno a guardare. (dati Legambiente, giugno 2013).
Che pena pure per la maggior parte dei nostri Comuni e tutti i 4 ATI umbri, che a giugno si sono visti comminare dalla Giunta regionale anche le sanzioni per mancato raggiungimento della soglia minima di legge (65%) nella raccolta differenziata! L’Osservatorio Borgogiglione ha tra i suoi scopi statutari l’impegno a monitorare la gestione del servizio integrato rifiuti e promuovere anche in Umbria la “strategia rifiuti zero”. Per questo, promuove iniziative per far conoscere le normative europee ed italiane in materia di rifiuti e per una “società del riciclo”, basata sulle tre “R”, Riduci, Ricicla, Riusa. E nello stesso tempo sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare “Legge RifiutiZero: per una società sostenibile”.Ma che cosa vuol dire in concreto Strategia RifiutiZero?Partiamo dalle parole di Alessio Ciacci, già Assessore all’Ambiente Comune di Capannori
Personaggio Ambiente 2012:
“Da anni in molte città italiane si devono ancora emarginare ferite enormi, in termini economici ed ecologici, causate da scelte impiantistiche che, attraverso discariche ed inceneritori, ad alcuni amministratori sembravano la panacea a tutti i problemi. In realtà i livelli di inquinamento, i costi eccessivi, gli scarsi controlli, le difficoltà gestionali, gli sforamenti, gli sversamenti hanno evidenziato ovunque l’insostenibilità ambientale ed economica di questi sistemi impiantistici.
Per fortuna da alcuni decenni c’è un’Italia migliore, fatta da associazioni, movimenti, comitati e comuni che cresce, contagia sempre più altre realtà e dimostra che è possibile pensare ad un diverso ciclo della materia che non passa dallo spreco di energia della combustione o dalla follia delle discariche ma dal riciclo, dal riuso, dalla riduzione e dalla prevenzione degli scarti.
Quest’Italia ha contagiato anche la politica, ha portato centinaia di amministrazioni oltre l’80% di raccolta differenziata, ha spinto nel 2007 Capannori, come primo comune italiano ad aderire alla strategia Rifiuti Zero.
Rifiuti Zero si trasforma così da utopia a realtà, dimostrando i vantaggi economici, ecologici, sociali, occupazionali e politici di chi davvero vuole scommettere su una politica che guarda alle prospettive indispensabili per costruire sostenibilità ed un futuro possibile per le prossime generazioni”.Secondo W. Ganapini, in Italia, nonostante passi avanti siano stati fatti, prevale la discarica, anche se l’Europa lo proibisce. In questo momento abbiamo una procedura di infrazione costosissima, e dovremo pagare decine o centinaia di milioni di euro di multe perché abbiamo discariche inquinanti, senza adeguata protezione delle falde, senza captazione di bio gas che aggredisce l’atmosfera, Abbiamo impianti arretrati e solo di recente abbiamo intrapreso la strada del cosiddetto trattamento meccanico biologico e della raccolta differenziata.
Perché è così difficile praticare ciò che l’Europa ci indica come la strada vincente? Purtroppo in Italia, attraverso i rifiuti, così come i lavori pubblici, si passa da sempre una interfaccia molto delicata tra affari e politica, lo dicono centinaia di sentenze passate in giudicato a partire dagli anni ’60, ma soprattutto nell’epoca di Mani Pulite.
In Italia c’è un terzo attore che entra in gioco oltre agli affari e alla politica: è la criminalità organizzata, che già dagli anni ’80 è impegnata a trarre profitto dalla gestione rifiuti, a partire dai rifiuti industriali, che vengono prelevati al Nord, a basso costo, poi scaricati in campagna selvaggiamente a inquinare in modo devastante il territorio, a essere bruciati come dimostra la “Terra dei fuochi” con roghi quotidiani.
Dobbiamo batterci per “Rifiuti Zero”. E per una tariffa puntuale che premi il cittadino. Se faccio molta raccolta differenziata, se produco meno rifiuto, devo pagare meno. Con l’attuale tassazione a metro quadro di abitazione, scoraggi un atteggiamento amico dell’ambiente da parte dei cittadini. Passate parola!
Che pena pure per la maggior parte dei nostri Comuni e tutti i 4 ATI umbri, che a giugno si sono visti comminare dalla Giunta regionale anche le sanzioni per mancato raggiungimento della soglia minima di legge (65%) nella raccolta differenziata! L’Osservatorio Borgogiglione ha tra i suoi scopi statutari l’impegno a monitorare la gestione del servizio integrato rifiuti e promuovere anche in Umbria la “strategia rifiuti zero”. Per questo, promuove iniziative per far conoscere le normative europee ed italiane in materia di rifiuti e per una “società del riciclo”, basata sulle tre “R”, Riduci, Ricicla, Riusa. E nello stesso tempo sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare “Legge RifiutiZero: per una società sostenibile”.Ma che cosa vuol dire in concreto Strategia RifiutiZero?Partiamo dalle parole di Alessio Ciacci, già Assessore all’Ambiente Comune di Capannori
Personaggio Ambiente 2012:
“Da anni in molte città italiane si devono ancora emarginare ferite enormi, in termini economici ed ecologici, causate da scelte impiantistiche che, attraverso discariche ed inceneritori, ad alcuni amministratori sembravano la panacea a tutti i problemi. In realtà i livelli di inquinamento, i costi eccessivi, gli scarsi controlli, le difficoltà gestionali, gli sforamenti, gli sversamenti hanno evidenziato ovunque l’insostenibilità ambientale ed economica di questi sistemi impiantistici.
Per fortuna da alcuni decenni c’è un’Italia migliore, fatta da associazioni, movimenti, comitati e comuni che cresce, contagia sempre più altre realtà e dimostra che è possibile pensare ad un diverso ciclo della materia che non passa dallo spreco di energia della combustione o dalla follia delle discariche ma dal riciclo, dal riuso, dalla riduzione e dalla prevenzione degli scarti.
Quest’Italia ha contagiato anche la politica, ha portato centinaia di amministrazioni oltre l’80% di raccolta differenziata, ha spinto nel 2007 Capannori, come primo comune italiano ad aderire alla strategia Rifiuti Zero.
Rifiuti Zero si trasforma così da utopia a realtà, dimostrando i vantaggi economici, ecologici, sociali, occupazionali e politici di chi davvero vuole scommettere su una politica che guarda alle prospettive indispensabili per costruire sostenibilità ed un futuro possibile per le prossime generazioni”.Secondo W. Ganapini, in Italia, nonostante passi avanti siano stati fatti, prevale la discarica, anche se l’Europa lo proibisce. In questo momento abbiamo una procedura di infrazione costosissima, e dovremo pagare decine o centinaia di milioni di euro di multe perché abbiamo discariche inquinanti, senza adeguata protezione delle falde, senza captazione di bio gas che aggredisce l’atmosfera, Abbiamo impianti arretrati e solo di recente abbiamo intrapreso la strada del cosiddetto trattamento meccanico biologico e della raccolta differenziata.
Perché è così difficile praticare ciò che l’Europa ci indica come la strada vincente? Purtroppo in Italia, attraverso i rifiuti, così come i lavori pubblici, si passa da sempre una interfaccia molto delicata tra affari e politica, lo dicono centinaia di sentenze passate in giudicato a partire dagli anni ’60, ma soprattutto nell’epoca di Mani Pulite.
In Italia c’è un terzo attore che entra in gioco oltre agli affari e alla politica: è la criminalità organizzata, che già dagli anni ’80 è impegnata a trarre profitto dalla gestione rifiuti, a partire dai rifiuti industriali, che vengono prelevati al Nord, a basso costo, poi scaricati in campagna selvaggiamente a inquinare in modo devastante il territorio, a essere bruciati come dimostra la “Terra dei fuochi” con roghi quotidiani.
Dobbiamo batterci per “Rifiuti Zero”. E per una tariffa puntuale che premi il cittadino. Se faccio molta raccolta differenziata, se produco meno rifiuto, devo pagare meno. Con l’attuale tassazione a metro quadro di abitazione, scoraggi un atteggiamento amico dell’ambiente da parte dei cittadini. Passate parola!
Arrivando alla proposta di legge d’iniziativa popolare, intitolata Legge Rifiuti Zero: per una vera società sostenibile, vediamo che gli obiettivi da perseguire non sono nè utopistici né astratti o ideologici, anche se certamente la nostra società dei consumi non favorisce una doverosa riconversione culturale, prima che economica.
- Promuovere e incentivare anche economicamente una corretta gestione dei materiali dopo il loro utilizzo: riduzione della produzione di rifiuti, riuso dei materiali a fine vita, raccolta differenziata, tariffa puntuale che responsabilizzi l’utente, riciclo dei materiali raccolti, recupero massimo di materia anche dai rifiuti residuali e riduzione della loro pericolosità.
- Spostare risorse e investimenti dallo smaltimento/incenerimento verso la riduzione/ il riuso/ il riciclo attraverso la premiazione dei soggetti che applicano le migliori pratiche e, viceversa, penalizzando e tassando i soggetti che continuassero ad agire in modo non sostenibile.
- Contrastare il ricorso ad inceneritori e discariche, che in realtà distruggono materiali di valore e allo stesso tempo determinano inquinamento e danni per l’ambiente e la salute.
- Ridurre la produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto ai dati del 2000.
- Sancire il principio “chi inquina paga”, prevedendo la responsabilità civile e penale per il reato di danno ambientale per chi inquina l’ambiente, con particolare attenzione ai reati commessi dalle industrie.
- Dettare le norme che regolano l’accesso dei cittadini all’informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti e salvaguardia della salute e dell’ambiente.
Certo è che amministratori pubblici e gestori delle aziende di servizio in Umbria, che anche recentemente non hanno dato bella prova di sé nella gestione del ciclo dei rifiuti, hanno poco titolo per criticare questa strategia e questi buoni propositi.
Lucio Pala