IL C.S.S. È UNA SCORCIATOIA PERICOLOSA CHE NON RISOLVE I PROBLEMI DELLE DISCARICHE

SÌ – ALLA PREVENZIONE DEI RIFIUTI.

SÌ  AD ORGANIZZARE UNA RACCOLTA DIFFERENZIATA “VERA”: OGGI TROPPI SCARTI FINISCONO IN DISCARICA.

SÌ – ALLEFABBRICHE DI MATERIALI”: OGGI NON SI RECUPERA QUASI NULLA NEGLI IMPIANTI DI SELEZIONE DEI RIFIUTI RESIDUI.

SÌ – AL COMPOSTAGGIO PER RIDARE FERTILITÀ ALLE NOSTRE TERRE: OGGI I RIFIUTI ORGANICI-UMIDI ALIMENTANO IL BUSINESS DELL’ ENERGIA GARANTITO DAGLI INCENTIVI STATALI.

SI – ALL’AVVIO DI ECODISTRETTI, SECONDO I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CIRCOLARE E DELLA GIUSTIZIA AMBIENTALE.

FUORI I FURBETTI DALLA GESTIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI!

LA GIUNTA TESEI SI RIMANGIA LE PROMESSE ELETTORALI IN MATERIA AMBIENTALE!

L’assessore regionale Morroni per preservare le discariche ormai esauste rilancia gli impianti (TRE) per la produzione di C.S.S. (= i rifiuti si fanno il lifting e vengono rinominati ‘combustibile’) e ricomincia il giochino della contrapposizione tra territori; è vecchio come il cucco ma evidentemente funziona ancora: DIVIDI E GOVERNA! “È oggettivo l’apporto positivo che l’eventuale produzione di CSS combustibile può determinare nell’abbattimento delle quantità di rifiuti da smaltire in discarica”.

Caro Assessore, dalla discarica di Borgogiglione ringraziamo del gentile pensiero ma non siamo d’accordo. E vogliamo illustrarle le nostre ragioni.

Ai cittadini conviene far valere il principio, riconosciuto ormai in tutta Europa: – RIFIUTO, – PAGO;

ma per i nostri Gestori prevale “la logica dell’impresa”: + RIFIUTI, + GUADAGNO!

Regione e Comuni da che parte stanno? Preferiscono buttare milioni di euro in impianti di dubbia utilità ed efficienza piuttosto che sostenere piani economici e salutari per la prevenzione e per la riduzione dei rifiuti.

-Quanto è costato il famigerato “bioreattore” a Borgogiglione e quanto poi hanno dovuto pagare i cittadini per i lavori di messa in sicurezza della discarica? Quanto è costata la ristrutturazione dell’impianto di compostaggio di Pietramelina, che adesso si è deciso di chiudere e riconvertire ad impianto di stabilizzazione dell’organico-umido da ributtare in discarica? E quanto sono costati alle casse regionali i biodigestori di Casone (Foligno) e di Belladanza (Città di Castello) e chi ne verifica la funzionalità anno per anno?

Le cifre pubblicate dall’Autorità d’ambito (AURI, Delibera Consiliare n.23, 21/12/2020) sono impietose: quest’anno è previsto l’arrivo nelle discariche di 219.200 t. rispetto alle 195.500 del 2020. I Rifiuti Urbani Residui (non differenziati) però saranno solo 140 mila!

Non funzionano le politiche di prevenzione dei rifiuti all’origine, la RD non ha ancora raggiunto gli obiettivi fissati, non si recupera quasi nulla negli impianti di selezione dei rifiuti residui e, beffa insopportabile, METÀ DEI RIFIUTI che finiscono in discarica sono SCARTI delle raccolte differenziate (vetro, plastica, ingombranti…), degli impianti di biodigestione/compostaggio e/o i rifiuti speciali scartati dalle aziende che lavorano i recuperi.

Solo a Borgogiglione si prevedono 25mila tonnellate di scarti!

Danni enormi all’ambiente e al portafoglio dei cittadini ma le discariche sono la classica “gallina dalle uova d’oro“, a cui nessuno degli amministratori interessati vuole tirare il collo!

Caro Assessore, è davvero convinto che con la produzione del CSS si determinerà una sensibile riduzione dei rifiuti in discarica? Nei documenti regionali si calcola una riduzione limitata a 58 mila t. annue circa; il resto finirà nelle discariche all’infinito! Chi e dove brucerà questo cosiddetto combustibile? E dove troverà i 20 milioni previsti per gli impianti? E le tonnellate aggiuntive di ceneri e polveri? Con le altre associazioni/comitati umbri le avevamo inviato un documento propositivo per un nuovo Piano dei rifiuti… L’ha letto?

In conclusione: perché Regione e Comuni non provano (1) ad avviare una buona raccolta “porta a porta”, riducendo la quantità di scarti; (2) a trattare i rifiuti residui in impianti virtuosi (le cosiddette “fabbriche dei materiali”) tecnologicamente in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti sul serio e a freddo;

(3) ad avviare percorsi concreti di economia circolare nei territori?

Questa sarebbe una politica innovativa e nell’interesse dei cittadini… Ma richiede coraggio!

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