Compostaggio a Pietramelina: un buon affare o solo un grande affare?

L’assemblea dei sindaci dell’ATI2 mercoledì scorso ha approvato il Progetto di adeguamento dell’impianto di compostaggio di Pietramelina (Perugia), presentato da GESENU-Gest e finalizzato all’ottimizzazione del processo di produzione di compost di qualità e alla riduzione degli scarti.
È positivo che finalmente la Regione investa nel miglioramento dei processi di trattamento e recupero dei rifiuti ed in particolare finanzi gli impianti di recupero della frazione organica e del verde da raccolta differenziata: una decisione attesa da anni e non più rinviabile, visti anche i risultati fallimentari attestati dal Rapporto rifiuti urbani Umbria 2013 – Parte 2: la gestione, pubblicato da ARPA Umbria a fine 2014.
Certo, per vedere aumentata davvero la quantità di riciclaggio/riutilizzo e ridotto lo smaltimento in discarica con relativi benefici ambientali anche a Borgogiglione passeranno altri anni (il progetto prevede l’entrata in funzione dell’impianto di Pietramelina alla fine del 2017).
La delibera è stata approvata all’unanimità e questo, invece, aldilà della facciata, non è un segnale chiaro. Fino a poche settimane fa i sindaci del Trasimeno e di Assisi si erano detti contrari a questa soluzione e propendevano per realizzare più impianti di compostaggio, di minore stazza e distribuiti sul territorio: nessuno ha chiarito come mai ha cambiato idea così repentinamente né se ci sono state contropartite…

E allora, visto che la spesa prevista ammonta a circa 13 milioni di €, di cui 3 milioni a carico della Regione, Fondi comunitari, e il resto addossato direttamente ai cittadini con le bollette rifiuti, ci sentiamo in diritto di avanzare alcuni interrogativi e perplessità.

Fa piacere leggere in Delibera che “con l’attuazione della Convenzione di Aarhus, ratificata dall’Italia con legge 16 marzo 2011 n.106 e della legge 241/90, è stata confermata la centralità dell’accesso del pubblico agli atti del percorso di pianificazione e alla VAS ed è stato inquadrato anche normativamente tale accesso”. Purtroppo, forse per un’idea diversa della trasparenza e della partecipazione, la Regione non ha ravvisato la necessità di sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica la proposta di aggiornamento del Piano d’Ambito e dell’impianto in questione, respingendo anche il parere contrario della Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria. Sono stati i nostri stessi amministratori regionali a valutare “di bassa significatività” gli impatti ambientali del Piano, “in funzione del fatto che l’area di Pietramelina è già sito impiantistico per il trattamento e lo smaltimentio di rifiuti” [sic!].
Sorprende che anche la nuova Amministrazione Comunale di Perugia, che ogni giorno sollecita alla partecipazione civica, abbia assunto analoghe posizioni tenendo i cittadini a distanza.
Dalla Provincia di Perugia non c’era da sperare molto, ma questa volta si arriva al ridicolo: dopo aver chiarito che l’area è compresa nel “Sistema paesaggistico delle Alte colline tra Perugia e Gubbio”, per cui sono previsti indirizzi di valorizzazione [ma la perimetrazione del SIC è stata recentemente ridefinita e opportunamente ridotta]; che si deve attenzione per la vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento, evitando di recare pregiudizio alle falde idriche;
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Nel merito, che tipo di impianto avremo a Pietramelina?

Nel progetto tecnico-economico, prodotto dalla GESENU-GEST in data 5/1/2015, si assume come prioritaria la realizzazione di interventi di riqualificazione funzionale dell’impianto attuale, escludendo di fatto l’integrazione impiantistica relativa alla sezione di digestione anaerobica. La prevista realizzazione di una sezione di digestione anaerobica è solo rinviata? Ai fini della qualità e della efficacia della gestione del ciclo dei rifiuti ma anche della redditività dell’impianto non è una questione di poco conto.

Tutto il Progetto si basa sulla previsione di trattare annualmente 105 mila tonnellate, le stesse potenzialità autorizzative attuali (55 mila t. conferite dall’ATI2 e 50 mila circa di provenienza extra Ambito territoriale): ma la Regione non ha previsto e finanziato contemporaneamente un nuovo impianto di pretrattamento, compostaggio e digestione anaerobica in loc. Belladanza (C.Castello) e l’adeguamento di un analogo impianto a Casone (Foligno)?
L’impianto di Pietramelina a noi profani appare sovradimensionato in modo ingiustificato.

Se guardiamo i dati ufficiali, la frazione organica dei rifiuti urbani raccolti con R.D. nel 2013 nell’intera Regione Umbria è stata poco meno di 100 mila tonnellate.
[66.639 t. di frazione organica umida raccolte mediante cassonetti dedicati > meno di 50mila conferite a Pietramelina dai Comuni ATI1 e ATI2; 21.427 t. di verde, sempre dalla raccolta differenziata > circa metà finite a Pietramelina. In pratica, l’impianto di compostaggio di Pietramelina nel corso del 2013 ha trattato 67.336 t. di rifiuto organico, di cui circa il 9% proveniente da altre regioni oltre che in minima parte da aziende private, dati questi non meglio specificati].

E comunque, la previsione di trattare annualmente 105mila t. per tutto il periodo della gestione GESENU dell’impianto, cioè fino al 2024, non si scontra con il più volte ufficialmente dichiarato obiettivo di riduzione dei rifiuti all’origine? E quali tipologie di rifiuti verranno conferiti in dettaglio al nuovo impianto, oltre alle nostre frazioni di rifiuti urbani?

Quali effetti concreti produrrà l’investimento in termini di maggiore efficienza ambientale?
Nel 2013 le varie fasi del processo nell’attuale impianto di Pietramelina hanno prodotto quasi 38 mila tonnellate di scarti in uscita, smaltiti poi in discarica, soprattutto a Borgogiglione. Rapporto ARPA 2014: “Il bilancio di massa dell’impianto nel corso del 2013 evidenzia grosse criticità denunciate dal basso quantitativo di compost venduto, pari al 9% del rifiuto in ingresso, e dall’eccessivo quantitativo di scarti durante tutte le fasi del processo che ammontano complessivamente al 56% del rifiuto in ingresso all’impianto”.

Per il futuro ci viene solo detto che ci si attende (o si spera?) “una resa impiantistica da progetto pari al 30-35% di ammendante compostato misto rispetto alle matrici di ingresso”.
Ma si è tenuto conto che le forti quantità di scarti sono determinate anche dalla qualità dei materiali conferiti e quindi dalla qualità della Raccolta differenziata nei diversi Comuni, con maggiori difficoltà nelle operazioni di trattamento e raffinazione degli impianti? Per ora la Regione non sta investendo molto su questo versante (“porta a porta”, “tariffa puntuale”…).

E dal punto di vista strettamente finanziario, non c’è sproporzione tra costi di realizzazione e di gestione e i ricavi dalla vendita del compost prodotto?
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Nel 2013 l’impianto ha prodotto 6.251 tonnellate di compost, che per la maggior parte, 88%, è stato distribuito sfuso [?]. Arrivare a produrne 36.750 t. annue è un obiettivo molto ambizioso!

L’Osservatorio Borgogiglione

Documenti collegati

ATI2 – Ambito Territoriale Integrato n. 2, 21/01/2015, Delibera dell’Assemblea [più allegato].

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