L’altra pagina, “La sfida politica della decrescita”

Come sostiene Serge Latouche, l’economista e filosofo esponente di spicco del movimento chiamato Decrescita, non c’è nulla di peggio di una società della crescita senza crescita.
Sembra il quadro che emerge osservando lo stato delle cose in Italia. Quanto più la politica invoca lo sviluppo e vara misure per la crescita tanto più la recessione si aggrava. Va avanti così ormai da decenni e la crescita, più che la soluzione,sembra essere il problema.

Ad illustrare le possibili vie d’uscita dalla crisi economica che si diffonde nella nostra società è intervenuto sabato 18 ottobre, nella prestigiosa cornice della Villa del Colle del Cardinale a Colle Umberto di Perugia, il professor Marino Badiale, uno dei teorici italiani della Decrescita. Un incontro promosso dall’Osservatorio Borgo Giglione con il patrocinio della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria. L’approccio di Badiale al tema è partito dalla considerazione che oggi, in nome della crescita, vengono attuate politiche economiche che comportano la distruzione dei diritti fondamentali dei lavoratori e la riduzione della protezione sociale. Per non dire della crescente devastazione del territorio e delle risorse naturali.

Con un paradosso del tutto evidente: mentre si continua ad invocare la crescita, economisti di fama internazionale continuano a rimarcare il fatto che l’economia mondiale si trova in una situazione di stagnazione addirittura secolare e che, se crescita ci sarà, questa sarà l’effetto di bolle speculative.

In termini più precisi Badiale ha voluto sottolineare come, in una fase già apertasi a metà degli anni ’70, lo sviluppo dell’economia non si associ più ad un miglioramento del benessere sociale ma comporti una fase di stasi o di un suo sensibile peggioramento. A tal punto che le diseguaglianze sociali,di reddito, di patrimonio della nostra realtà contemporanea sembrano ricordare quelle di fine Ottocento o dei primi anni del Novecento.

Proprio a partire dal terreno delle dinamiche sociali la razionalità dovrebbe imporre una critica dello sviluppo che si condensi in politiche tali da costituire un’alternativa concreta per far uscire la nostra società da miseria e precarietà.

Una sfida politica la cui peculiarità sta nel fatto che una decrescita cosi concepita implica una decisa prospettiva anticapitalista che vada al di là della opposizione “classica” tra destra e sinistra e che prevede un deciso intervento economico da parte dello Stato.

Tesi raccolte in un libro, La sfida politica della decrescita – Aracne editrice – scritto insieme a Massimo Bontempelli, scomparso nel 2011.
Un incontro felice,come ha voluto sottolineare Serge Latouche nella prefazione,tra ” esprit de géométrie”- Badiale e’ professore di Analisi Matematica all’università di Torino e ” esprit de finesse” – Bontempelli era storico e filosofo del pensiero classico ma anche acuto osservatore del nostro tempo.

Maurizio Fratta

[Articolo pubblicato nel numero di Novembre de L’altrapagina.]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *